Tutti i terreni sono destinati all’attività principale di produzione di riso.
Negli ultimi anni, per poter realmente perseguire il metodo biologico e attuare un piano di rotazione delle colture, al riso si alternano la coltivazione di soia, di altre leguminose (come la veccia villosa) e di erbai (loietto, triticale, festuca), oltre al grano saraceno.

Il piano di rotazione colturale è programmato in quinquenni, permettendo annualmente di destinare circa 40 ettari alla coltura del riso.